venerdì 10 giugno 2016

Capitolo I

Stamattina al risveglio ho bevuto, parecchio, e non era acqua. Non me la sento di partire, di mettere la prima e andare. Ubriacarmi mi è parsa subito una scusa decente. Ho preferito dimenticare durante l'effetto dell'ebbrezza alcolica, e ora tristemente ricordo, rivivo, seduto con la schiena appoggiata sul vetro della doccia, l'acqua cade e mi punge la pelle, confonde le lacrime e le conduce nelle fogne e poi al fiume e infine al mare. Si confonderanno e mischieranno con altri liquidi corporei di altri sconosciuti.

Non è la prima volta in vita mia che mi metto così. La doccia è un luogo piccolo, conservatore, isolato, il mondo resta fuori. In quei minuti chiusi si possono costruire pensieri belli e tremendi, rotondi o spigolosi, ma tutti vividi, densi. Sotto gli aghi bagnati il mio futuro l'ho visto tante volte, sono partito, ho viaggiato, sono arrivato in posti che non ho mai visto e che forse non vedrò mai, e poi li ho abbandonati senza voltarmi. Ho parlato con persone, fatto esperienze che non pensavo di aver voglia di fare.